di Antonio Maio

Il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina (ormone prodotto dal pancreas che consente al glucosio l’ingresso nelle cellule e il suo conseguente utilizzo come fonte energetica).

Il diabete è una malattia molto complessa in quanto è un contenitore di molteplici sindromi cliniche. Le principali forme posso essere:

  • diabete tipo 1 (detto anche insulino-dipendente);
  • diabete tipo 2 (detto anche non-insulino-dipendente);
  • diabete gestazionale;
  • diabete monogenico e diabete secondario ad altra patologia (es. malattia del pancreas) o farmaci.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), tenendo conto della prevalenza in continua crescita, identifica il diabete quale priorità globale per tutti i sistemi sanitari.

Secondo quanto riferito dalla International Diabete Federation (IDF) nel 2021 quasi il 10% della popolazione adulta mondiale è diabetica (536,6 milioni di persone) e 1,2 milioni di bambini e adolescenti (età <19 anni) hanno il diabete di tipo 1. In Italia, il diabete interessa una percentuale di popolazione minore: il 5,6% nella rilevazione ISTAT e il 4,7% nei dati della sorveglianza di popolazione 18-69 anni del sistema PASSI. Entrambi le indagini rilevano prevalenze più alte tra le regioni del Sud rispetto a quelle del Centro e del Nord Italia.

Riconoscendo l’importanza della prevenzione nel contrastare il trend di crescita della malattia, in accordo con il Global Action Plan for the Prevention and Control of Noncommunicable Diseases 2013-2020 dell’OMS e tenendo conto che il Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2014-2019 aveva già considerato il diabete nell’ambito della prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili (MCNT), il PNP 2020-2025 è orientato al rafforzamento e al miglioramento delle azioni e dei risultati ottenuti con i precedenti PNP e indirizza la programmazione verso interventi in grado di agire trasversalmente sui diversi determinanti di salute e di equità. Una delle azioni da promuovere, in linea con lo stesso PNP 2020-2025, è quella di supportare l’attività fisica, specie se aerobico, come parte integrante in un piano di trattamento del diabete e come efficace strumento di prevenzione perché dà la possibilità di ridurre la comparsa della malattia diabetica stessa ma anche di altre malattie, in particolare quelle cardiovascolari e cardiometaboliche.

I primi riferimenti sull’importanza dell’attività fisica nel contrasto al diabete pare risalgano al 1926 (solo 5 anni dopo la scoperta dell’insulina), anno in cui Lawrence, medico inglese e diabetico, pubblicò sul British Medical Journal un articolo in cui dimostrava su sé stesso che una iniezione di 10 unità di insulina produceva un abbassamento glicemico molto maggiore e più rapido se seguita da un esercizio fisico. Sulla base di questo sinergismo d’azione tra lavoro muscolare e insulina, l’esercizio fisico venne considerato un “pilastro” della terapia del diabete (Joslin Clinic, 1959).

Per ottenere una sensibile riduzione del rischio cardiovascolare o un effetto di prevenzione del diabete, si stima che 150 minuti alla settimana di esercizio aerobico a media intensità risultino più che appropriati. Dove per esercizio aerobico si intende un’attività fisica strutturata, programmata e supervisionata da un professionista, e 150 minuti alla settimana vuol dire mezzora per 5 giorni (compatibile con la vita quotidiana di molte persone).

I principali sport aerobici raccomandati sono: camminata sostenuta, corsa, ciclismo, nuoto (purché praticato a bassa intensità), sci di fondo e tapis roulant.

Di base, l’esercizio fisico produce un effetto ipoglicemizzante: il glucosio presente nel sangue viene utilizzato dalle cellule muscolari per produrre l’energia necessaria a svolgere la data attività. In estrema sintesi potrebbe dire che l’attività fisica è la “medicina” migliore per il diabete.

Diverse indagini condotte in Italia hanno documentato che oltre il 30% della popolazione diabetica è sedentaria. Indubbiamente, quindi, occorre sensibilizzare la popolazione diabetica all’importanza dell’esercizio fisico, e di un’alimentazione sana ed equilibrata, come prevenzione e cura del diabete. Fondamentale sarà diffondere la cultura dell’attività fisica sin dall’insorgere della malattia poiché è la terapia più accessibile, economica e salutare: non è un farmaco, è più efficace di molti farmaci e non ha effetti collaterali negativi.

Antonio Maio

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