Studi recenti hanno dimostrato che esiste uno stretto legame fra udito e diabete, o meglio i pazienti diabetici hanno maggiori possibilità di sviluppare problemi di udito. I meccanismi che correlano il diabete con l’ipoacusia non sono ancora ben chiari   certi, invece, gli effetti che la malattia ha sulla coclea (orecchio interno). Le ipotesi avanzate dagli studiosi su come la iperglicemia possa danneggiare l’udito sono fondamentalmente due:

  1. Il diabete provoca l’ispessimento delle pareti dei vasi sanguigni, in particolare del microcircolo dei vari organi (rene, cuore, cervello e orecchio) con conseguente riduzione del flusso ematico all’interno dei vasi e quindi minore apporto di ossigeno all’organo che irrorano causandone, nel tempo, un danno (meccanismo indiretto)
  2. Oltre al danno indiretto (ridotto flusso sanguigno) sembrerebbe anche che il diabete sia capace di danneggiare direttamente strutture nervose importanti dell’orecchio interno (cioè la componente neurologica) secondo meccanismi ancora non del tutto noti.

L’ipoacusia che deriva è detta neurosensoriale (perché interessa la componente nervosa dell’udito) e riguarda particolarmente le frequenze medie e acute con conseguente difficoltà della comprensione specie per le consonanti (S,H,TH) modificando così la qualità della vita di relazione.

Altri fattori di rischio che nelle persone diabetiche favoriscono lo sviluppo di un deficit uditivo sono: il colesterolo, le malattie coronariche e la neuropatia periferica (rischio aumentato da 2 a 4 volte circa).

Da quanto su esposto emerge chiaramente la necessità di inserire l’esame audiometrico nel controllo periodico di un paziente diabetico così come una persona ipoacusica dovrebbe controllare anche il valore della sua glicemia.

Americo Mastella

Di asdim

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